sabato 14 maggio 2011

Sulla fotografia...



Sinceramente, non mi reputo un artista. Sta agli altri giudicare. Uso la fotografia come strumento di gratificazione personale e indagine sociologica. Gratificazione, perché è bello rivedere certe immagini e sapere di averle create; indagine, perché parlo molto sia prima che durante i set, cerco di capire quali sono i desideri delle persone che fotografo e come fare per renderli visibili. Ovviamente, mescolandoli coi miei.
Urgono alcune considerazioni.

La fotografia erotica è nata con la fotografia, non è un’invenzione dei nostri tempi. Così come è naturale riprendere un cucciolo che gioca con la madre, è naturale riprendere un corpo nudo. E’ ipocrita distinguere “nudo artistico”, “nudo erotico” e “nudo pornografico”. Certo, lo si fa per questioni pratiche, ma bisogna considerare che tante opere oscene censurate in passato sono state poi considerate “arte”. A mio avviso, esistono solo due categorie di nudi: quelli che emozionano e quelli che si dimenticano dopo mezz’ora.

Lo spettacolo ed il sistema dei media hanno palesato il lato voyeuristico delle masse, puntando su gossip e reality show. L’arte figlia del nostro tempo quali mutamenti subisce? Personalmente, credo che il mio ruolo sia quello di “testimone privilegiato”. La modella mi concede di accedere alle sue fantasie, al suo corpo, alla sua intimità. Io reinterpreto il tutto attraverso la luce e ne restituisco la sintesi. Spesso lo spettatore che capta questo “feeling” chiede se davvero c’è stato un rapporto fisico fra noi: è finzione, come i baci che si danno a teatro. Queste immagini però soddisfano la voglia di “spiare dal buco della serratura”, lasciando fantasticare sul prima e sul dopo il *click*.

Ho intenzione di rappresentare gente vera. Non mi interessano le modelle super truccate e super photoshoppate. Le donne vere possono avere nei, occhiaie, un filo di cellulite; gli uomini veri a volte hanno la pancetta, qualche brufolo e rughe sul viso. Ha senso eliminare questi tratti reali per rendere tutti simili a manichini?

Alcuni riferimenti:
Peter Gorman e Richard Kern per i loro nudi in appartamento, un filone che seguo per la capacità di esprimere “intimità”.
Helmut Newton per la capacità di racchiudere storie erotiche all’interno delle sue immagini.
Terry Richardson, Danilo Pasquali, Jan Saudek e Nobuyoshi Araki per la loro sfrontatezza e per il fatto di comparire nei loro set in qualità di modelli.
Man Ray e Robert Mapplethorpe per aver contribuito al dibattito sulla figura umana: uso del corpo senza il volto e rottura del “buon gusto”.
Roy Stuart per essere al giorno d’oggi il più importante “fotografo porno” degno di essere chiamato “artista”.
Ancora Nobuyoshi Araki per la bravura nel fotografare mille cose diverse, dai fiori alle geishe legate. Le sue modelle rispecchiano un ideale di ragazza disposta ad impegnarsi per l’arte, l’opposto di tante “poser” capricciose.
Ancora Jan Saudek per averci insegnato che una donna può essere affascinante indipendentemente dal suo peso.

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